giovedì 20 agosto 2015

La Mefite di Rocca San Felice nell'Irpinia di Pietro Leonardi, Milano, 1940



LA "MEFITE" DI ROCCA S. FELICE NELL'IRPINIA
            
            Con piacere apprendiamo del restauro cnservativo del castello di Rocca e dell'ideazione e realizzazione dei sentieri della Mefite.

             Come contributo si pubblicano alcuni itineari di visita a Rocca nei tempi passati.
              Buona visita e lettura!
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            I grand tour per il passato hanno interessato Rocca San Felice, con sorpresa ho ritrovato sulla prestigiosa rivista “LE VIE D’ITALIA, rivista mensile della Consociazione Turistica Italiana, A. XLVI, Marzo 1940, n. 3 edita a Milano della medesima Associazione, che successivamente prenderà il nome del Touring Club Italiano. Colpisce l’interesse per le zone interne dell’Irpinia, per la celebre Valle di Ansanto ed in particolare per il paese di Rocca San Felice. Sull’Irpinia di queste annate viene riportato solo il reportage su Montevergine. Viene riproposto sul Bollettino di S. Felicita, il raro articolo, impreziosito anche da bellissime foto d’epoca dell’autore,  con l’invito fare di più per far conoscere la “piccola Assisi dell’Irpinia” nel mondo. ( Giovanni Orsogna)
Abstract:
 
E
bbi occasione recentemente di visitare la zona compresa tra Frigento e S. Angelo dei Lombardi nell' Irpinia, zona la quale, oltre a riuscire assai piacevole per l'amenità dei suoi colli e per la sua tipica architettura rurale, presenta grande interesse per alcuni notevoli fenomeni naturali, consistenti in emanazioni gassose talora imponenti.

LA CARATTERISTICA FONTANA NELLA PIAZZA   DI  ROCCA S. FELICE.  (Fotog. dell'Autore}

La principale tra queste è quella nota, nella zona, col nome di « Mefite », la quale vanta una rinomanza assai antica, essendo conosciuta da tempo immemorabile e citata anche da vari autori classici, tra cui Virgilio, che nell'Eneide immaginò in questa località « saevi spiracula Ditis ».
Per visitare la « Mefite » partendo dalla cittadina di S. Angelo dei. Lombardi, si può andare in automobile fino al caratteristico paesino di Rocca S. Felice, seguendo per breve tratto la Via Appia.

Questa via passa poco a Nord di S. Angelo, alle falde di una serie di colline costituite da conglomerati pliocenici, le quali, con la loro morfologia giovanile a fianchi piuttosto ripidi, sono più adatte alla vegetazione arborea che alle coltivazioni.
ROCCA SAN FELICE VISTA DA LONTANO, DA’ L’IMPRESSIONE DI UN BRANCO DI PECORE PASCENTI SOTTO LA VIGILANZA DEL PASTORE, SI NOTI IL CONTRASTO  FRA LA MORFOLOGIA DELLA RUPE CALCAREA ISOLATA DEL CASTELLO E QUELLA DELLE CIRCOSTANTI COLLINE COSTITUITE DAL COMPLESSO DELLE COSI DETTE “ARGILLE SCAGLIOSE”.

Oltrepassata la rustica chiesetta dell'Assunta si lasciano queste colline per proseguire in di­rezione di Frigento. È interessante osservare il cambiamento che si verifica nella morfologia locale al passaggio dalla zona conglomeratica suddetta ad una zona corrispondente, invece, a vasti affioramenti delle cosiddette « argille sca­gliose », che sono un complesso arenaceo-argillloso più antico. Non abbiamo più ora le linee piuttosto aspre delle colline di S. Angelo, ma na distesa di dossi a linee assai, dolci e pendici verdeggianti di prati o biondeggianti di messi.
Lasciata poco dopo anche la strada per Frigento, si scende con larghe curve al grazioso paesino di Rocca S. Felice, il quale, con la ca­ratteristica e dignitosa architettura seicentesca di alcune sue case e della fontana che orna la sua piazza, rivela passate condizioni di vita ab­bastanza florida.
L'impronta essenziale delle vecchie case di questa zona dell’Irpinia è costituita da graziose logge con architrave sostenuto da esili colon­nine, ed è assai spiacevole che nella costruzione delle case moderne si trascuri questo elemento architettonico così elegante.
La parte più antica del paese è addossata al versante meridionale di una rupe isolata, co­stituita da bianchi calcari probabilmente cre­tacei, sulla cui vetta si ergono le pittoresche rovine di un turrito castello medioevale.
Si tratta, con ogni probabilità, di un ca­stello longobardo, in cui la tradizione locale vorrebbe fosse morto in prigionia un figlio di Federico II.

IL CASTELLO DI ROCCA SAN FELICE, IN CUI SECONDO LA TRADIZIONE, SAREBBE MORTO DI PRIGIONIA UNO DEI FIGLI DI FEDERICO  II.


LA CARATTERISTICA FONTANA NELLA PIAZZA DI ROCCA S- FELICE. (Fotog... dell'Autore}
UNA VECCHIA CASA DI ROCCA SAN FELICE

Osservando il paese da lontano si ha l'impressione di un branco di pecore pascenti sotto la vigilanza del pastore. La parte più recente dell'abitato si allontana invece dalla rupe, stenden­dosi sul ripiano verdeggiante che fiancheggia la strada per la quale si arriva a Rocca S. Felice.
È curioso, anzi, il fatto che, per costruire le nuove case, gli abitanti, anziché far uso dei ma­teriali calcarei o arenacei del territorio circo­stante, trovano più comodo utilizzare il mate­riale ricavato dalla demolizione delle vecchie case addossate alla rupe, con evidente danno al pittoresco aspetto della parte antica del paese.
In questa è particolarmente degna di nota la piazza, nel cui centro si erge un annoso tiglio circondato da banchi di pietra, e le cui costru­zioni costituiscono un complesso pieno di carrattere, che sarebbe desiderabile non venisse sfigurato con demolizioni o nuove costruzioni utilitarie.

Lasciata Rocca S. Felice, si prosegue a ca­vallo a piedi per una comoda mulattiera, la quale conduce in breve alla bella chiesetta di S. Felicita, fiancheggiata da un caratteristico gruppo di giganti arborei. Qui si scende in una vicina valletta, sul cui fondo si trova appunto la famosa “Mefite”.
Essa comprende vari orifizi sparsi lungo il ruscello, dai quali sfuggono notevoli quantità di  gas . Il fenomeno presenta la massima intensità su un ripiano sul fianco destro della valle, dove si affondano varie pozze – alcune delle quali crateriforme – di acqua fangosa intensamente ribollente per la fuoriuscita di gas, i quali sollevano l’acqua ad una certa altezza in corrispondenza degli orifizi dando l’illusione che si tratti di sorgenti d’acqua anziché  di semplici manifestazioni gassose.
Il fenomeno si è reso anche più evidente dall’aspetto desolato del terreno circostante. Ciò deriva dal fatto che i gas emessi con tanta intensità hanno notevolmente alterato le rocce circostanti e impediscono il prospettare della vegetazione.
Abbiamo quindi tutto attorno, per un raggio abbastanza considerevole, una zona di rocce e di detriti biancheggianti (ricoperti qua e là da incrostazioni cristalline e da cristalli sparsi di minerali vari) che contrasta stranamente con le verdeggianti pendici dei colli circostanti.
L'esistenza della « Mefite » ha spiacevoli conseguenze anche per la vita animale della zona, in quantoché i gas, nei­giorni in cui il vento non li allontana dalla depressione valli va, vi sostano in quantità rilevante, egli animali che vi giungono ignari rimangono soffocati.
Oltre alle monete, vi si rinvengono comunemente anelli, pendagli, fibule, vetri, lampade, oggetti votivi in terracotta, ecc.; e da ciò taluno deduce l'antica esistenza, nelle imme­diate vicinanze, del culto di una « dea Mefite” ».

ROCCA PANORAMA9.jpg
LA -MEFITE» PRESSO ROCCA S. FELICE. SI NOTINO I PICC01.I BACINI CRATERFORMI, IL GRANDE BACINO CON L'ACQUAFANGOSA RIBOLLENTE PER L'USCITA DEI GAS E LA DESOLAZIONE DEL TERRENO CIRCOSTANTI!. 

Del resto, sculture ed iscrizioni romane : sono abbastanza frequenti in tutta questa zona, "che; unisce a pregi naturali ed artistici anche una certa importanza archeologica.

È, quindi, un peccato che, data la lontananza dell’Irpinia dalle principali correnti turistiche, il territorio di S. Angelo e Frigento sia assai meno conosciuto di quanto meriterebbe.
PIERO LEONARDI